Riutilizzare i residui delle piante marine che si depositano sulla spiaggia, nei mesi invernali: un elemento che, alle soglie della bella stagione spesso viene visto come problema da risolvere, anziché come risorsa da sfruttare.
È il progetto GE.RI.N di ENEA, che si pone un duplice obiettivo: tutelare la Posidonia oceanica, spesso devastata dalle conseguenze del traffico marino, e produrre, a partire dai residui della pianta, nuovi materiali eco compatibili.
Nei mesi invernali, infatti, le nostre spiagge accumulano una grande quantità di biomassa vegetale, spesso mischiata agli altri rifiuti e portata in discarica: il progetto GE.RI.N, invece, si propone di trasformare la biomassa della Posidonia in bio-stuoie, riutilizzabili in vari tipi di contesti.
Delle strutture a “materasso”, fatte da sacche in fibra naturale come il cocco, la canapa o la juta, riempite poi con i resti della Posidonia: i tappetini si possono usare per realizzare camminamenti e sentieri o per creare coperture naturali per percorsi impervi, con il doppio effetto di facilitare il cammino e tutelare le rocce dall’erosione.
Inoltre, la biomassa della Posidonia, spiegano gli esperti di ENEA, potrebbe essere usata anche a fini agricoli.
Il progetto GE.RI.N ha anche ottenuto il Premio “Green Coast Award 2013”, classificandosi al terzo posto: non solo per la salvaguardia della Posidonia e per il suo riutilizzo, ma anche perché il progetto impiega esclusivamente manodopera locale.